Da Claudio Castellano un interessante ragionamento sulla pagaiata groenlandese

Per quanto riguarda la pagaiata eskimese, che poi hanno cominciato a chiamare groenlandese, mi devo dichiarare abbastanza incompetente e mi piacerebbe che qualche esperto spiegasse lo stile groenlandese in maniera approfondita, come ho fatto io con la pagaiata diciamo “moderna”: descrizione del movimento nelle varie fasi e spiegazione del motivo, del funzionamento e delle conseguenze e dei vantaggi delle soluzioni adottate…

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Da quel che ho avuto modo di vedere la pagaiata groenlandese ha queste caratteristiche:

  • PAGAIA CON PALE ALLINEATE (angolate a 0°) MOLTO LUNGHE E STRETTE (quindi non occorre far ruotare la pala sinistra perché prenda l’acqua)
  • IMPUGNATURA STRETTA (come le spalle)
  • NIENTE TORSIONE DEL TRONCO (e presumibilmente nemmeno spinta delle gambe, ma non vedo sottocoperta…)
  • SPALLE FERME
  • GOMITI BASSI
  • ATTACCO NON MOLTO AVANTI
  • TRAZIONE DEL BRACCIO LIMITATA
  • SPINTA DELL’ALTRO BRACCIO LIMITATA
  • quindi PASSATA IN ACQUA CORTA
  • POLSI IN LINEA CON GLI AVAMBRACCI
  • PAGAIATA BASSA (pagaia vicina all’orizzontale)

Si direbbe tutto o quasi al contrario della pagaiata “moderna”:

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Confrontiamo le due foto: sono state scattate entrambe alla fine della passata in acqua, alla fine della trazione – spinta delle braccia: spalle ferme e poca spinta nello stile groenlandese, spalle ruotate (spalla avanti – spalla indietro) e braccio teso nella pagaiata moderna… Io pagaio con qualsiasi tipo di pagaia (discesa slalom oceanica olimpica groenlandese…) ma sempre con stile “moderno” (torsione tronco, passata ampia ecc.) e se cambia l’angolo tra le pale (90° 80° 70° 60° 45° 0°) all’inizio mi sento un po’ disorientato ma mi adatto in due minuti.

Mi piace la pagaia groenlandese perché anche se non ha una presa d’acqua eccezionale ha il vantaggio di non sentire il vento e questo in certe condizioni (vento a 80 – 100 – 120 Km/h) può essere determinante e consentirti di pagaiare quando con altre pagaie non è possibile. Quattro anni fa, a Pasquetta, dopo aver visto il TeleGiornale di Trieste che mostrava bora a 115 Km/h, sono uscito in mare aperto per “collaudare” un nuovo kayak (tutti i kayak vanno più o meno bene finché non sei in condizioni critiche) Mare spazzato da acqua polverizzata: ho navigato su tutte le andature, e la mia pagaia tipo groenlandese con pale larghe 8 cm e lunghe 60 si è comportata egregiamente.
La chiamo “tipo groenlandese” e non groenlandese al 100% perché le pale sono angolate di 80° il che mi consente di alzare il braccio e di fare una spinta più alta, non “raso coperta”. Forse per questo le pale a 0° non mi convincono, qualcosa non va, nell’entrata in acqua della pala sinistra, anche dopo aver pagaiato per 10 Km…

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Mi rivela Bepi Coan, allenatore e costruttore, che non è che devi alzare il gomito all’estrazione destra perché le pale sono angolate di tot gradi e altrimenti la pala sinistra non prende bene l’acqua… Esattamente il contrario: le pale sono angolate proprio per costringerti ad alzare il gomito e per costringerti-consentirti poi di fare una spinta alta… che è decisamente più efficace della spinta bassa rasocoperta. Teoria interessante!

La spinta nella pagaiata somiglia al pugno di karate: parte dal fianco e va dritto al bersaglio, al viso o al plesso solare, anticipato dalla spinta della gamba arretrata che fa ruotare i fianchi e lancia la spalla: per ultimo scatta il braccio. Alla ricerca della massima efficacia. Il pugno chiuso, basso, non ha la potenza del pugno lungo o del pugno contrario…

Mi raccontava un maestro di kayak marino, ad una cena, che traversando da Rab verso la terraferma era stato sorpreso dalla bora ed aveva avuto estrema difficoltà ad andare avanti… Io sono portato a dare fiducia all’interlocutore, ma poi ripensandoci avrei voluto chiedergli: Ma tu in una situazione del genere continui a pagaiare in quel modo??? O non è quello il momento di ingranare una marcia in più, di sfruttare la potenza che ti è data dalla torsione del tronco e dall’uso completo delle braccia?

Il maestro Gaudenzio Coltelli scrive sul forum di KayakItalia che la pagaiata groenlandese è più rilassante… Il maestro Marco Lipizer, campione di kayak-marathon, scrive che anche con la pagaia groenlandese si può pagaiare con stile moderno… scrive che pagaiare groenlandese è come sciare con il telemark, per un gusto etnico, per riscoprire la tradizione… E poi, dico io, con la groenlandese è più facile fare gli appoggi e gli eskimi perché le pale allineate sono sempre giuste, e non hanno il cucchiaio ed il dorso…

Su Facebook ho trovato un paio di foto interessanti:

Kayak tradizionale con scheletro di legno ecc ecc.

Un famoso maestro groenlandese dà dimostrazione della tecnica della pagaiata. Nella posizione di attacco si notano le spalle ferme (e anche le ginocchia).

Fine della passata in acqua ed estrazione c’è una specie di “avvitamento” delle braccia intorno al tronco a me sembra che così si butta acqua sulla poppa, che non dà propulsione…

Certamente c’è qualcosa che mi sfugge
Comunque una pagaiata turistica va valutata non in termini di velocità o di chilogrammi di spinta… bensì in termini di efficienza e di “piacevolezza”.
Ma mi rimane il sospetto che la pagaiata agonistica, anche senza ritmi e carichi esasperati, abbia un’ottima efficienza…
Anche i groenlandesi fanno gare di velocità e resistenza…

Progetto Bob

Il bob realizzato da CS Canoe, su progetto e direzione dell’Università di Udine ed in collaborazione con gli atleti della Squadra Nazionale Italiana, è ormai un mezzo affidabile, testato lungamente durante le competizioni internazionali e che ha dimostrato la propria validità, anche nel confronto con altre nuove realizzazioni. Il suo utilizzo agonistico continua, così come il suo continuo aggiornamento tecnico e lo vedremo nuovamente in pista, nella stagione 2012/2013.

Bob per World Championship 2008

La CS Canoe è impegnata nello sviluppo del progetto della Università di Udine, per la realizzazione di un Bob ad elevate prestazioni, da rendere disponibile agli atleti italiani, in vista del Campionati del Mondo 2008 (Bobsleigh World Championship) ad Altemberg in Germania. La nuova tecnologia ad Infusione della CS Canoe, applicata alla realizzazione dei componenti di contenute dimensioni, si è dimostrata vincente anche in questo caso, per la costruzione di un mezzo sportivo ad elevate prestazioni.